Trovandosi ad un nuovo punto di partenza storico e di fronte ai cambiamenti in corso nel mondo, le relazioni Cina-Russia stanno suonando una nuova nota forte sul Times con un nuovo atteggiamento. Nel 2019, Cina e Russia hanno continuato a lavorare a stretto contatto sulle principali questioni internazionali come la questione nucleare coreana, la questione nucleare iraniana e la questione siriana. Sostenendo l’equità e la giustizia, Cina e Russia hanno sostenuto fermamente il sistema internazionale con le Nazioni Unite al centro e il diritto internazionale come fondamento, e hanno promosso il processo di multipolarità mondiale e di democrazia nelle relazioni internazionali.
Dimostra l’alto livello delle relazioni bilaterali e la natura speciale, strategica e globale della cooperazione bilaterale. Rafforzare la solidarietà e il coordinamento tra Cina e Russia è una scelta strategica fatta in vista della pace, dello sviluppo e del ringiovanimento a lungo termine delle due parti. È necessario mantenere la stabilità strategica globale e l’equilibrio del potere internazionale e serve gli interessi fondamentali dei due paesi e della comunità internazionale.
Come hanno affermato il consigliere di Stato e ministro degli Esteri cinese Wang Yi e il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, la cooperazione Cina-Russia non è rivolta a terzi né sarà provocata o interferita da terzi. Il suo slancio è inarrestabile, il suo ruolo insostituibile e le sue prospettive illimitate. Guardando al futuro, i due presidenti hanno concordato di organizzare un Anno dell’innovazione scientifica e tecnologica Cina-Russia dal 2020 al 2021 per rafforzare congiuntamente le capacità di ricerca e sviluppo indipendenti.
Nello spirito di innovazione pionieristica, vantaggio reciproco e cooperazione vantaggiosa per tutti, i due paesi sinergiceranno ulteriormente le loro strategie di sviluppo, integreranno profondamente i loro interessi di sviluppo e uniranno le loro popolazioni.
In quarto luogo, l’anti-globalizzazione e l’isolazionismo sono in aumento
Nel 21° secolo, con l’ascesa della Cina e di altri paesi in via di sviluppo, il dominio dei paesi occidentali ha cominciato a vacillare. Secondo la Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo (UNCTAD), dal 1990 al 2015, la percentuale dei paesi sviluppati nel PIL globale è scesa dal 78,7% al 56,8%, mentre quella dei mercati emergenti è aumentata dal 19,0% al 39,2%.
Allo stesso tempo, l’ideologia neoliberista che enfatizzava il piccolo governo, la società civile e la libera concorrenza cominciò a declinare a partire dalla fine degli anni ’90, e il Washington Consensus, che si basava su di essa, fallì sotto l’impatto della crisi finanziaria globale. Questo enorme cambiamento ha portato gli Stati Uniti e alcuni altri paesi occidentali addirittura a girare indietro la ruota della storia e ad adottare politiche anti-globalizzazione per salvaguardare i propri interessi acquisiti.
Orario di pubblicazione: 28 novembre 2022